La prevenzione ci conduce a una più approfondita attenzione verso esami specifici. Le indagini per immagine sono strumenti utilissimi per sostenere e coadiuvare cure mirate e per la verifica di determinate patologie. Nel nostro spazio dedicato alla medicina, siamo in compagnia di un’eccellenza, diamo il benvenuto al Professor Oscar Tamburrini, già Professore Ordinario di Radiologia
Per oltre un decennio componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Radiologia Medica e dal 2017 professore onorario di radiologia per decreto del MIUR. Chi è il medico radiologo nella medicina moderna rispetto anche all’immaginario collettivo?
Ho avuto l’occasione di rivedere per un attimo il mio percorso di oltre 50 anni. Fermo restando i notevolissimi progressi terapeutici sia della medicina che della chirurgia io ritengo che gli ultimi decenni, definiti l’epoca d’oro della diagnostica per immagini, abbiano portato a una vera e propria rivoluzione. Io credo di essere uno degli ultimi operatori tutt’ora attivi che hanno cominciato la loro attività con le famose lastre radiografiche. Ricordo che ero abituato a sviluppare le pellicole a mano nelle cosiddette camere oscure, ma la rivoluzione con l’applicazione dei computer alle nostre macchine ha portato allo sviluppo dell’ecografia, della tac e della risonanza magnetica, tant’è che molti di questi scopritori sono stati insigniti dei premi Nobel. Il medico radiologo oggi è profondamente cambiato, non soltanto nell’immaginario collettivo ma anche nella realtà quotidiana. La sua domanda, che è un attimo provocatoria, è molto attuale, soltanto l’anno scorso la società americana di medicina interna ha posto domanda su chi è il medico radiologo. Il medico radiologo è un clinico che non si avvale di una visita tradizionale ma che si avvale di tutte queste tecniche e metodiche che possono essere impegnate a seconda del quesito clinico e dell’anamnesi del paziente. Spaziamo dall’ecografia alla tac e alla risonanza magnetica senza dimenticarci della radiologia tradizionale, lavoriamo in equipe che è formata dai tecnici sanitari di radiologia medica, eccellenti professionisti, e dagli infermieri professionali. Il nostro obiettivo rimane un costante confronto con le altre discipline mediche e solo da questo confronto, sulla base dell’interdisciplinarità che è necessaria nella medicina moderna, si può evitare di impiegare tecniche e metodiche con impiego di risorse economiche e sociali, con esami inutili o inappropriati e con un conseguente impegno sia di spesa economica che soprattutto di prolungamento delle liste di attesa. Questo è un problema sociale e politico unito alle carenze di personale medico e infermieristico di cui qualche volta, anche attualmente, nei giorni scorsi si è parlato.
Facciamo una differenza tra il ruolo del medico radiologo nell’attività di elezione rispetto a quello di urgenza/emergenza. Quali le rispettive peculiarità?
Questo è un aspetto particolarmente importante e significativo. La nostra università italiana forma dei medici specialisti in radiologia diagnostica e radiologia interventistica, la nostra società scientifica, la Società Italiana di Radiologia Medica, è composta da varie sotto-società tra cui una di Radiologia di urgenza ed emergenza. Tutto questo perché è assolutamente importante formare il personale medico e anche non medico per quello che riguarda la situazione di urgenza e di emergenza reale. È ben diversa la struttura di tipo ambulatoriale, di elezione, laddove il paziente o la paziente viene nello studio o nella struttura ambulatoriale si può discutere e parlare del singolo caso clinico, rispetto alla vera e propria emergenza indifferibile. È vero che gli utenti si lamentano molto delle strutture di tipo ospedaliero, perché è abitudine costante, ma è anche vero che molte volte sono affollate di urgenze probabilmente differibili. Io capisco perfettamente che una lesione ossea di un dito della mano o del piede possa essere considerato, da un paziente o dalla mamma di un bambino, un esame particolarmente urgente, bisogna però considerare ciò che può avvenire in un’attività di pronto soccorso per esempio per un politraumatizzato della strada. Per questo esiste la cosiddetta equipe di urgenza laddove il medico radiologo con i colleghi neurochirurghi, neurologi, chirurghi, ortopedici non ha il tempo materiale di raccogliere l’anamnesi, l’inquadramento clinico, molte volte non è possibile eseguire esami di laboratorio, ma deve assolutamente intervenire e non può eseguire un attimo di osservazione di studio del referto. In quel momento il ruolo del medico radiologo viene esaltato perché il paziente può essere stabile o non stabile e alle volte va direttamente in sala operatoria o bisogna intervenire con procedure di radiologia interventistica.
Per esami approfonditi occorre l’uso dei mezzi di contrasto, ma spesso si ha timore di controdichiarazioni. Quando è necessario ricorrervi, sono pericolosi?
Bisogna fare una premessa per l’utenza, i mezzi di contrasto che noi abitualmente adoperiamo sono considerati a norma di legge farmaci a tutti gli effetti; quale premessa ulteriore mi piace segnalare che per l’organizzazione mondiale della sanità nessun farmaco è sicuro al 100%. I mezzi di contrasto sono indispensabili. Esiste una contrastografia naturale, cioè una radiografia del torace in cui si sfrutta la differenza di densità radiologica tra aria, polmoni, cuore e scheletro. L’ecografia spesso non viene usata con mezzi di contrasto, anche l’atc, la risonanza magnetica, può essere eseguita anche senza ma il contrasto viene adoperato con queste tecniche e metodiche, per una maggiore tipizzazione e caratterizzazione tissutale spesso di tipo neoplastico o comunque altrettanto spesso di tipo non neoplastico per il follow up e per il monitoraggio di alcune patologie per regolarne e visualizzarne la vitalità nel corso di terapie oncologiche o svariate altre