Amore non corrisposto, come superare la sofferenza?

Affrontiamo un tema che almeno una volta nella vita ha coinvolto tutti: soffrire per un amore non corrisposto. Un dolore che ci coinvolge a pieno e che non sempre è facile da superare. Di questo tema e del modo in cui provare a superare il dolore per un amore non corrisposto, abbiamo parlato con il dottor Elpidio Cecere, psicologo e direttore del Tce – Therapy Center.

Il tema dell’amore è assolutamente intergenerazionale, coinvolge tutte le persone e a tutte le età. Accettare però che l’amore che proviamo per qualcuno non sia corrisposto non sempre è facile…

La maggior parte delle persone che entra in terapia e inizia un percorso con noi con questa tipologia di motivazione pensa di poter controllare tutto, possiamo farlo con gli oggetti, con gli orari o le date però non riusciamo a controllare le emozioni delle altre persone. Molte volte pensiamo che, quando si prova un’emozione nei confronti dell’altro, si è innamorati insomma, possa essere strano che l’altra persona possa non essere innamorata quanto e come me, ecco perché una delle sofferenze maggiori che un essere umano possa provare non sia un amore non corrisposto all’inizio quanto non più corrisposto, quando quindi finisce. Accettare quindi il fatto che si possa amare una persona che ho amato per tanto tempo e questa possa non amarci più distrugge emotivamente la persona che si ha di fronte

In che modo, secondo lei, è possibile superare questo dolore?

L’accettazione del dolore e della sofferenza è una cosa sempre difficile, sicuramente un percorso di psicoterapia porta ad accettare prima, e mettere quindi al primo posto, l’amor proprio per poi pensare che l’altro possa avere delle ragioni. Questo è un messaggio molto importante da dare anche ai ragazzi, che pensano di buttarsi nelle relazioni e che il termometro del loro amore sia uguale a quello dell’altro, non esiste però un amore universale, ne esistono diverse tipologie. Si può amare anche di più, volendo fare una provocazione. Immaginiamo un genitore che ha due figli e divide il proprio amore per i due figli e per il partner, nel corso della vita decidiamo chi amare e come amarlo e dobbiamo insegnare ai nostri figli il modo giusto per amare una persona.

Un argomento che coinvolge anche molti giovani che spesso iniziano a provare questo sentimento nei confronti di una persona e non riescono a gestire il dolore derivante da un rifiuto…Come si accetta?

È difficile per i ragazzi che pensano di ottenere tutto qui ed ora. Uno dei motivi che spinge purtroppo i giovani a delle decisioni dure, come nel caso del suicidio quando nella lettera finale d’amore spiegano la motivazione che li ha spinti verso questa scelta, risiede nel pensiero che finito l’amore finisca anche la vita. Io vorrei provare ad insegnare ai più giovani che la fine di una relazione non significa la fine di una vita, i ragazzi devono imparare a rimanere in una relazione, anche se disfunzionale, per capire quanto quella persona sia disfunzionale nei loro confronti. Esiste una tecnica di psicoterapia che è ‘l’amore desiderante interpersonale’ ed è un qualcosa di molto critico: quando decidiamo di lasciare una persona o questa ci lascia ci ricordiamo gli aneddoti positivi di quella relazione e questo ricordo ci fa pensare che quella scelta sia stata sbagliata o che quella persona che ci ha lasciato abbia fatto qualcosa che non doveva. La nostra mente va quindi nella direzione di un amore desiderante: io vado a desiderare tutto quello che c’è stato di positivo nel mio passato. Io consiglio, e questa è una tecnica pratica, di scrivere su un foglio le motivazioni quando decidiamo di lasciare una persona così da poter rileggerlo e non dimenticare così i motivi che ci hanno spinto verso quella scelta.

In quali casi, secondo lei, è necessario rivolgersi ad un professionista come lei per poter intraprendere un cammino che aiuti a superare questo dolore?

Ad un certo punto della nostra vita pensiamo che la fine di un amore sia la fine della stessa, quando associamo queste due variabili è fondamentale riscoprirsi per un attimo stando anche nella stessa sofferenza. Quando i pazienti mi dicono: “Io sono stato tradito/a” oppure confessano di non provare più amore io provo, ma questo dipende sempre dalla situazione, a spingere quel paziente a rimanere ancora all’interno di quella relazione perché distaccarsi significa portare con sé tante domande a cui non possiamo dare una risposta e molti mi dicono “Dottore perché mi ha lasciato o mi ha tradito?” ma io non posso dare quella risposta e invito quindi ad avere un confronto per capire effettivamente come l’altra persona sia.

In questi casi quali sono le priorità che ci si pone durante il cammino?

Sicuramente avere una buona rete sociale, persone con cui condividere ciò che ci sta succedendo, un consiglio può essere dare una mano ad animali o persone che hanno bisogno, tanti decidono anche di diventare testimonial di situazioni come queste avendo loro sofferto e potendo quindi spiegare come hanno fatto, mi verrebbe da dire anche se la parola è forte, a sopravvivere. La scrittura in questi casi è uno strumento molto forte per poter buttare fuori la sofferenza, avendo anche la possibilità di rileggere le proprie parole dopo nel tempo e vedere quanto quella situazione l’abbia aiutato. Bisogna anche scegliere quali siano le persone da avere accanto, un amico che ci permetta di vivere quella situazione e non ci porti solo a distrarci è importante, quando soffriamo per amore ci stiamo ricordando che siamo capaci di amare e questo alle volte lo dimentichiamo. La tristezza è l’unica emozione che ci insegna tanto e ci porta a capire quello che siamo con le nostre fragilità.

In conclusione, vorrei chiederle se quando a finire è l’amore tra due genitori, qual è, secondo lei, il modo migliore per comunicare ai figli questa scelta?

La psicoterapia e la scienza ci insegnano la trasparenza. Molti genitori pensano che i figli, magari piccoli, non riescano a capire. I bambini però, fin da quanto nascono, riescono ad apprendere e modellare tutto ciò che succede intorno. Essere trasparenti e comunicare ai figli ciò che sta succedendo è la migliore modalità, trovando il miglior modo per dirlo. È necessario fare attenzione al periodo che stanno vivendo i figli perché dire ad un figlio che i suoi genitori si stanno separando mentre questo sta vivendo un periodo difficile, magari è in una fase di separazione con la ragazza, diventa una doppia notizia negativa. È importante sapere quindi il quando e il come comunicarlo.

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