Un robot in sala operatoria, le nuove frontiere della chirurgia?

L’innovazione tecnologica arriva in sala operatoria: una grande opportunità per i pazienti e una notevole responsabilità per i medici che, adeguatamente formati, eseguono con massima precisione operazioni sempre più delicate. Insieme al Professore Marco Milone, Chirurgo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II, capiremo di più di questa nuova fase della chirurgia.

Dottore, cosa si intende con la chirurgia robotica?

È arrivato nelle sale operatorie questo robot, una piattaforma tecnologicamente avanzata, sinonimo di innovazione tecnologica. Nell’ambito medico-scientifico è uno strumento che consente di facilitare il ruolo del chirurgo. Ogni gesto delle mani si trasforma in un’azione miniaturizzata estremamente precisa, elimina completamente il tremore e rende ancor di più facile, performante e preciso il nostro lavoro. A Napoli, grazie all’eccellenza della Federico II, ci collochiamo al top nell’ambito della chirurgia robotica italiana. Possiamo dire di essere riferimento nazionale per questo tipo di chirurgia anche nell’ambito della formazione di settore. Ogni anno centinaia di chirurghi vengono nelle nostre sale operatorie per imparare tecniche più avanzate che consentono di migliorare la qualità degli interventi, un vantaggio per medici e pazienti. È bene ricordare che si tratta sempre una macchina tecnologicamente avanzata e difficile da utilizzare volendo fare un paragone è un po’ una macchina da Formula 1 rispetto ad una utilitaria. Per guidare un’auto così avanzata è ovvio vi è bisogno di maggiori informazioni per uno strumento tanto veloce quanto complesso. Per la tutela della salute, l’aggiornamento e la preparazione sono la mission di ciascun specialista.

Rispetto alle tecniche tradizionali quali sono proprio concretamente i vantaggi per i pazienti?

Stanno emergendo sempre più dei vantaggi reali per i gli ammalati con determinate patologie. Il gesto chirurgico preciso accurato ci permette di essere rispettosi di tutte le strutture dei nostri organi, quindi dare più radicalità risolutiva nelle patologie complesse come per le oncologiche, dando una finalità funzionalmente efficace. Quindi, nell’ottica di una minore invasività, si traduce ciò in una precoce ripresa nella fase del post operatoria. La speranza è che l’innovazione tecnologica nella chirurgia possa essere sempre più estesa e a vantaggio dei pazienti. Questo, come sottolineato, necessiterà di una di una formazione dettagliata per gli specialisti, conseguimenti di master che possano incrementare la professionalità dei chirurghi e estendere la salute a più persone che hanno urgenza di essere sottoposti ad operazioni altamente precise e delicate.

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