Allergie primaverili, cosa fare?

Con l’arrivo della primavera, ci troviamo a fronteggiare diverse problematiche legate alle allergie e non solo. Ne abbiamo parlato con il dottor Giovanni Castagna, Dirigente Medico di Otorinolaringoiatria presso l’Ospedale Pellegrini di Napoli

Con l’arrivo di marzo si intensificano le forme più acute di riniti allergiche. Sono molte le persone affette, ma quali sono i sintomi più frequenti?

In realtà si tratta di un quadro nosologico complesso che si manifesta non solo a marzo ma anche durante tutto l’anno, sia perché ci sono altri allergeni, che non sono specificatamente gli aeroallergeni, ma anche e soprattutto perché all’interno delle riniti convergono spesso delle forme non propriamente allergiche che danno dei sintomi molto simili. L’allergia è influenzata anche da fattori stagionali e ci si aspetta in questo periodo una manifestazione più intensa di allergie perché è piovuto poco, c’è quindi ovviamente una maggiore diffusione di pollini. I sintomi sono quelli più conosciuti: la congestione nasale, gli starnuti, la lacrimazione, la riduzione dell’olfatto e talvolta la cefalea. Va valutata soprattutto la manifestazione di sintomi di allergia in organi a distanza quali per esempio l’orticaria o l’asma.

Come affrontare le conseguenze di un’intolleranza sempre di più diffusa che provoca disagi di concentrazione e malessere generale?

Chi è allergico dorme male, ha una facile irritabilità legata a ciò e anche il fatto di respirare male col naso dà una sensazione di affanno che molto spesso infastidisce il paziente. La soluzione non è semplice perché accanto alle normali misure di profilassi come quelle che prevedono l’allontanamento degli acari della polvere, per quello che è possibile, dalle stanze dei soggetti, soprattutto i bambini che soffrono di rinite e asma, molto spesso il paziente si deve affidare ad un team di esperti che inquadri in vario modo le problematiche. Questi possono essere: l’otorino, ovviamente, che effettuerà come indagine preliminare un’endoscopia nasale per valutare lo stato della mucosa nasale e le caratteristiche anatomiche del naso che sono spesso pre-esistenti e coesistenti all’allergia, aumentandone o diminuendone i sintomi a seconda della situazione nasale di base, ma poi ovviamente ci sarà l’allergologo che farà le prove allergiche, lo pneumologo ed eventualmente anche il neurologo per valutare una cefalea coesistente all’allergia.

Non solo le allergie, le cause scatenanti di infiammazioni della mucosa nasale possono essere di varia origine. Quali le motivazioni che sfociano poi in raffreddori, starnuti e fastidi persistenti?

In America circa 20/25milioni di persone si rivolgono al proprio medico, non necessariamente lo specialista perché il primo è sempre il medico di medicina generale, per forme di riniti o rinosinusiti acute, questo fa capire come non sia necessariamente un problema allergico. Ci sono anche molte forme virali, o meno spesso batteriche, che danno sintomatologie simile a quelle allergiche anche se di durata più breve finché si tratti di una rinosinusite acuta e non sfoci in una rinite cronica. Parliamo di adenovirus, rinovirus, ovviamente il coronavirus e poi batteri o raramente funghi che possono dare delle forme di sinusite micotica molto gravi.

Quali sono le cure efficaci da adottare? Esistono rimedi anche naturali?

I rimedi naturali sono sicuramente utili, soprattutto per quanto riguarda le prime forme virali, in fase acuta è inutile caricare un paziente di terapia e a quel punto lavaggi nasali e vari sintomatici vanno bene, in alcuni casi di rinosinusiti, nelle forme croniche, si opta per le terapie termali. C’è stato in passato una tendenza a curare molto queste forme anche con l’omeopatia, di cui ovviamente non sono esperto, però nella mia esperienza quotidiana ho visto che questa tendenza si è ridotta, per cui in realtà il paziente si deve affidare alle cure dello specialista.

La forma più insidiosa che si riscontra negli ultimi tempi è la rinosinusite. Di cosa si tratta e ci possono essere le forme più acute?

I seni paranasali sono comunicanti, la funzione dell’uno condiziona l’altro quindi spesso la rinite è una rinosinusite. Possono esserci delle forme con alcune complicanze, come per esempio quelle che assistono anche all’ospedale Santo Bono, soprattutto nei bambini, che hanno delle etmoiditi o dei fenomeni addirittura orbitali. Per i soggetti adulti ogni sinusite può avere, teoricamente delle complicanze, che sono eventi rari nelle forme acute e che colpiscono di più i soggetti immunodepressi, tenendo presente che i seni paranasali confinano con l’occhio e col cervello quindi si possono avere delle conseguenze a distanza

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