Le relazioni interpersonali sono un punto cardine della vita di tutti gli individui. Può capitare di trovarsi in relazioni caratterizzate da litigi continui e che le stesse diventino quindi difficile da gestire. Di questo ci ha parlato lo psicologo e direttore del TCE – Therapy Center, Elpidio Cecere.
Le relazioni sono un tema centrale nella vita di tutti, in particolar modo, quelle difficili da gestire. Quanto la deriva di una relazione può dipendere semplicemente da caratteri non affini?
Tanto, anche nella terapia di coppia che svolgiamo costantemente con i nostri pazienti dobbiamo ricordarci di far emergere quelle che sono le differenze tra le diverse persone. Molte volte possono subentrare tanti litigi all’interno della relazione di coppia e tante incomprensioni, una delle frasi che è più ricorrente in queste situazioni è “io non mi sento capita/o” e questa è un tormento per la coppia e per gli individui che ne fanno parte perché è difficile esprimere una parte di sé e una volta fatto il desiderio è che questa, vulnerabile o meno, venga accolta dall’altro. Dobbiamo imparare che l’altro è diverso da noi perché ha una costruzione diversa, determinata anche dalle dinamiche familiari che vanno ad incidere sul rapporto con l’altro, molto di ciò che siamo dipende dai nostri genitori e dalle nostre radici. È importante riconoscere gli aspetti che ci caratterizzano, attraverso la psicoterapia, e poi riportarli nella coppia in cui c’è un’altra persona con caratteristiche diverse. In questi termini la comunicazione è fondamentale anche riguardo a ciò che ci è successo nel passato.
E quanto, invece, si può lavorare sulla gestione di queste relazioni?
La comunicazione, come dicevamo, è un ottimo strumento in questi termini rendendo partecipe l’altro del proprio disagio. Un atteggiamento comune è quello di non comunicare con il proprio partner una difficoltà per evitare, magari, che questi si preoccupi, ma è sbagliato. Se siamo coppia dobbiamo condividere tutto ciò che ci succede, le nostre paure, sofferenze e le nostre dinamiche interiori. Io consiglio di farlo quando tutto è fermo, io, per esempio, con mia moglie ho lunghissime chiacchierate, soprattutto di notte, prima di andare a dormire, quando il mondo sembra fermo, e spesso, attraverso le nostre difficoltà, riusciamo a capire anche quanto una reazione dell’altro può trovare cause in qualcosa che c’è dentro. La rabbia momentanea è sempre frutto di qualcosa che nel passato si è manifestato.
Viviamo in un periodo storico in cui la tecnologia permette di costruire relazioni anche a grande distanza. L’abitudine di mantenere contatti tramite telefono, social e pc, ci ha resi meno abituati alla costruzione di legami forti?
La risposta è già presente nella domanda, si. Molte relazioni nascono a distanza, soprattutto nell’ultimo periodo, principalmente tra giovani tra i 14 e i 15 anni, questo succede per due motivi: il primo è perché i ragazzi di oggi preferiscono relazionarsi sui social, il secondo è che la relazione a distanza è più facile da chiudere velocemente. È capitato a molti che una relazione venisse chiusa con un messaggio e questo genera sofferenza anche perché resta sempre qualcosa di non detto, avere la distanza è lo strumento che porta a non pensare alla sofferenza dell’altro. Allargando il discorso questo è uno dei motivi per cui abbiamo un aumento dei casi di cyberbullismo. Uno degli scopi del mio centro, il TCE – Therapy Center, è portare la psicologia tra la gente, spingendo verso nuove e vere relazioni.
Come affrontare quindi una relazione caratterizzata da litigi continui?
È fondamentale parlare e dialogare su quelle che sono le nostre vulnerabilità. Per poter conoscere veramente la persona che abbiamo al nostro fianco bisogna conoscere bene i suoi genitori, so che può sembrare strano, ma questo ci può permettere di capire perché quella determinata persona si comporta in un certo modo. Questa si chiama ‘trasmissione intergenerazionale’, c’è un bellissimo esercizio che si fa in psicoterapia che si chiama ‘genogramma’, questo permette di capire da dove veniamo, tante caratteristiche che noi abbiamo provengono dai nostri bisnonni, che le hanno tramesse ai nostri nonni e via discorrendo fino a noi.
In questi casi quanto può essere importante l’aiuto di un professionista come te?
L’aiuto di un professionista risulta fondamentare quando non si comunica più all’interno della relazione. Nella terapia di coppia io faccio sempre una domanda: “Hai capito bene quello che lui/lei ti ha detto?” e tante volte io, in veste quasi di moderatore, mi pongo al centro trasferendo, in termini traduttivi, un messaggio. Bisogna cercare di andarsi in contro perché al di sotto della relazione c’è un mondo che non conosciamo, separazioni interne, emozioni, asimmetrie e non equilibrio che possono portare anche al tradimento. Non sentirsi capito dal proprio partner può portarci verso una nuova relazione, quella del nascosto, dell’ignoto. La relazione alternativa può nascere quando i segreti, che noi abbiamo condiviso con il nostro partner, necessitano di essere trasferiti altrove, nel momento in cui si contrasta il nostro stato umorale e le emozioni con il nostro partner.
In quali casi è preferibile affrontare una terapia di coppia e in quali invece un percorso di terapie individuale può permetterci di definire anche il nostro rapporto con gli altri?
Dipende dalla singola relazione e dal singolo paziente. Quando mi accorgo che entrambi hanno qualcosa da dire ma non vogliono condividerlo davanti all’altro io preferisco divide la coppia affidando uno dei due ad un altro esperto del centro per poi fare la terapia a quattro, due terapisti e due pazienti, in questi casi si riesce spesso a comunicare e tradurre i pensieri dei singoli che non erano mai riusciti a dirsi.