Piede diabetico, le nuove frontiere di cura al Pineta Grande

Ancora oggi il diabete rappresenta una patologia molto complessa ed invalidante. Prevenzione, educazione ma anche nuovi screening per la cura del diabete sono tra le tematiche più attuali. Ne abbiamo discusso con il Dottor Rosario Mancusi, chirurgo vascolare e direttore dell’unità operativa complessa di chirurgia vascolare Pineta Grande Hospital.

Il diabete di tipo 2, quello legato è quella fase adulta, è una patologia molto ricorrente nei nostri territori. Qual è la fascia anagrafica maggiormente colpita e quali sono anche le incidenze in Campania?

Il diabete di tipo 2 colpisce in età adulta soprattutto tra i 30 e 40 anni. I numeri della diffusione della patologia in Italia sono impressionanti. In questi ultimi anni si è registrato un aumento esponenziale: siamo a circa 4 milioni di persone coinvolte da questa patologia con un’incidenza nelle regioni del nord e del centro intorno al 4%, 5%. In Campania purtroppo quest’incidenza è molto più elevata. Abbiamo praticamente una percentuale del 7% e . Sono circa 400.000le persone affette. Circa un paziente su sette soffre di diabete. Quindi parliamo di numeri importanti. Per tale motivo oggi è fondamentale sollecitare la popolazione all’unica arma che abbiamo nei confronti di questa patologia, che è una patologia multi-organo: la prevenzione. Oggi la prevenzione è veramente il perno ed il nocciolo della questione.

A questa patologia tra l’altro sono connesse delle insorgenze di altre tipologie di problematiche metaboliche e non. Quali sono i rischi di un ammalato quindi diabete di tipo 2?

Come dicevamo, è una patologia multi-organo che può provocare tantissime complicazioni. Il paziente che ne è affetto potrebbe avere problemi all’occhio, problemi al cervello come l’arteriosclerosi. Si possono accelerare criticità di natura ischemica sia a livello cerebrale che a livello centrale, ma anche a livello del cuore: quindi cardiopatia ischemica o a livello periferico come la pad, l’arteriopatia periferica o problemi al rene. Tutto questo fa capire come sia una patologia seria che deve essere affrontata in maniera altrettanto seria. Non c’è un solo medico che può un solo specialista che si può prendere cura il paziente diabetico. Noi, infatti, abbiamo la necessità di un lavoro in gruppo, in team. In questo modo i vari specialisti riescono a collaborare tra di loro, permettendo sia di invogliare il paziente alla prevenzione sia a combattere subito immediatamente le eventuali complicanze.

Un punto dolente per molti pazienti è rappresentato dal piede diabetico. Di cosa si tratta e qual è poi la proposta di Pineta Grande Hospital?

Il piede diabetico è forse la complicanza più temuta del diabete. Una patologia neurologica vascolare che possiamo tranquillamente definire una sindrome neurologica vascolare perché non ha un’unica espressione e coinvolge il complesso caviglia- piede. Di solito la sua apparizione avviene con la comparsa dell’ulcera. La lesione può essere legata a iper carico, cioè alle alterazioni morfologiche ossee dell’appoggio plantare e può essere legato ad un problema neuropatico oppure può essere espressione proprio ad una mancanza di afflusso del sangue. Quindi riscontriamo delle ischemia che si sono realizzate all’interno dei vasi: delle placche che ostruiscono il flusso che non permettono una giusta irrorazione. Diciamo che la lesione va affrontata subito nel modo più opportuno. E’ evidente che non c’è un solo specialista che si può prendere cura di questo, ma devono collaborare il diabetologo, che di solito il team leader del gruppo, il vascolare, il cardiologo, il tecnico ortopedico, il podologo l’ortopedico, l’infettivologo. Insomma sono tantissime le persone e gli specialisti che devono lavorare in squadra e prendersi cura del paziente. La proposta del Pineta Grande Hospital è quella di dare praticamente una risposta ai nostri pazienti campani. Oggi i centri che si occupano in maniera dedicata del piede diabetico sono pochi. Se guardiamo la distribuzione in Italia vediamo che molti sono localizzati verso il centro Nord. Se osserviamo poi la cartina al Sud ne troviamo 2, 3, Sono molto pochi rispetto al numero di persone affette da questa patologia. C’è da aggiungere poi che non è possibile in tutte le strutture ospedaliere avere tutta la tecnologia a disposizione oppure tutti gli specialisti a disposizione per prendersi cura di questi pazienti. Il Pineta Grande Hospital ha intrapreso un percorso dove si è ottimizzato prima il nostro gruppo di lavoro interno e poi si è iniziato a prendersi cura di tutti i pazienti che afferivano per questa patologia già alla nostra struttura. In seguito ci siamo aperti verso erso praticamente altri centri e soprattutto verso i Cad centri antidiabetici centri di secondo livello per dare una mano a loro nel gestire queste complicanze. L’obiettivo è quello di ridurre il tasso di immigrazione sanitaria che è ancora altissimo per la regione Campania per questi per questi pazienti. Vogliamo infatti dare una risposta opportuna, collaborare con centri che non hanno la tecnologia che ha il Pineta Grande Hospita, che oggi rappresenta una delle strutture ospedaliere campane dotate di eccellenti sistemi tecnologici soprattutto per quanto riguarda la piastra operatoria.

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