Obesità infantile, i numeri in Campania

L’obesità è un tema molto complesso soprattutto quando i soggetti appartengono ad una fascia delicata come quella pediatrica. Di questo argomento e dei numeri abbiamo discusso con la Dottoressa Francesca Finelli, Biologa nutrizionista, specialista in scienze dell’alimentazione e ricercatrice.

Dottoressa, quando la bilancia diventa una patologia e quando si parla di obesità infantile?

Il tema dell’obesità è legato a quello che è l’aumento del tessuto adiposo localizzato per un introito alimentare sbilanciato rispetto al dispendio energetico. È una problematica specialmente per l’età pediatrica in aumento vertiginoso.

Rispetto ai dati recentemente acquisiti, quanti bambini sono in sovrappeso o obesi in Italia e in Campania?

Il dato relativo all’obesità infantile in Campania è triste purtroppo, gli indici sono davvero preoccupanti. È una epidemia dilagante quella dell’obesità per l’età pediatrica. Si registrano dati in notevole aumento specialmente dopo la pandemia da Covid – 19. Sono dati allarmanti, la Campania è infatti “maglia nera” per questa casistica subito dopo la Calabria, è un dato preoccupante anche perché questa Regione è bacino della dieta mediterranea. Riscontriamo un 23% nei giovani tra i 5 e i 19 anni su una popolazione che dà un riferimento del 44% di sovrappeso e obesità sulla fascia adulta, una proiezione realmente triste.

Cattiva alimentazione, problemi legati al metabolismo, calorie in eccesso. Quali le cause che incidono prepotentemente sull’obesità infantile?

Le cause sono da ricercare sicuramente in scelte alimentari sbagliate: alimenti ipercalorici, preconfezionati, un’attività fisica che non viene svolta con una certa regolarità, quindi sedentarietà, nonché abitudini e stili di vita sbagliati rispetto a quello più sano e equilibrato possibile.

Non solo difficoltà motorie o problematiche estetiche legate ai kg in eccesso, quali sono le conseguenze dell’obesità infantile per la salute complessiva del bambino?

Le conseguenze specialmente per l’età pediatrica sono da ricollegare a problematiche respiratorie o cardiovascolari o quelle legate al metabolismo, come il diabete. Queste possono aggravare anche le fasi di crescita del bambino, per questo è importante fare prevenzione da questo punto di vista.

Rivolgiamoci ai genitori consapevoli e informati: quando è il caso di rivolgersi a degli e specialisti? Qual è il ruolo del nutrizionista nella gestione dell’obesità infantile?

Il nutrizionista assolve ad un ruolo importantissimo, c’è necessità di lavorare ovviamente su una multidisciplinarietà che prende in carica il bambino con obesità. Attorno al nutrizionista si crea una rete di professionalità oltre che quella di legame con la famiglia per creare nel bambino l’adesione al programma diet1oterapico e all’esperienza di uno stile di vita che chiamiamo ‘dieta’.

Può essere questo un lavoro integrato con altri esperti per una nuova educazione alimentare?

La realtà multidisciplinare rafforza il ruolo del nutrizionista nel percorso di educazione alimentare nonché di dimagrimento per il bambino che si affaccerà all’età adulta. Un’ età quindi di transizione molto importante, bisogna dare ai bambini la possibilità di essere adulti sani e questa realtà assolve ad un beneficio importantissimo anche per la famiglia che vive questa realtà anche sociale.

Come si può prevenire l’obesità nei bambini? Come anche la scuola e le altre realtà sociali, oltre la famiglia, ci vengono in soccorso?

Il tema della prevenzione è fondamentale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato delle campagne di sensibilizzazione. Il 4 marzo è l’obesity day in cui si sono sviluppati eventi per coinvolgere e rendere parte attiva i bambini nella prevenzione di tutti quei comportamenti che devono diventare sani e mettere radici nell’esperienza per l’adulto di domani. Quest’attività nelle scuole o nelle palestre possono incentivare ad una sana attività fisica rendendo parte attiva il bambino all’interno di un percorso che vede stile di vita e attività fisica con una certa regolarità.

Volendo approfittare per dare un messaggio: come possiamo prevenire l’obesità infantile?

Le azioni di prevenzione possono nascere nella nostra esperienza quotidiana, partendo, per esempio, dalla spesa iniziando a mettere nel carrello cibi ricchi di ingredienti sani come frutta, verdura, prediligere alimenti fatti in casa rispetto al preconfezionato, che diventa scelta di primo ordine quando i piccoli fanno la spesa con i genitori. Migliorare in generale l’adesione alla nostra dieta mediterranea che rimane il format di stile di vita ideale specialmente per i bambini.

Quanto è importante rivolgersi subito ad uno specialista?

I primi segnali dell’aumento di peso devono essere campanelli d’allarme per spingere la famiglia a contattare uno specialista della nutrizione, è necessario iniziare proprio dalle piccole basi che sono collegate all’educazione alimentare che il piccolo porterà con sé per tutta la vita. L’OMS ci da anche quella educazione che deve iniziare nei famosi primi mille giorni, dall’età del concepimento fino a tutta la fase dell’età pediatrica. È importante creare questo stile di vita già dalla piccola età, basti pensare che nel 2035 si prevedono 2 miliardi di persone affette da obesità. C’è necessità realmente di parlare di prevenzione e di farlo di maniera approfondita con realtà di sensibilizzazione concrete.

Per chi volesse richiedere un consulto, dove è possibile mettersi in contatto?

Io esercito la mia professione presso il mio studio ad Avellino, è possibile contattarmi anche tramite i social. Occupandomi anche di ricerca sono presenti online tutte le mie pubblicazioni; quindi, per qualsiasi approfondimento scientifico è possibile farlo con una lettura delle mie esperienze professionali.

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