Troppi sono i fenomeni contro i minori. Abusi, violenze e negligenze sui più deboli sono all’ordine del giorno. Quanto bisogna alzare l’attenzione e cosa è necessario fare per agire nella tutela dei bambini vittime di violenza? Ne abbiamo discusso con la Dottoressa Serena Pappacoda, Dirigente Medico, Pediatra presso l’ospedale Santobono Pausillipon.
Le violenze sui minori comprendono diverse sfumature, dalle forme più eclatanti come il maltrattamento fisico o l’abuso sessuale, alla trascuratezza assistita o maltrattamento psicologico, non ultimo la violenza tra pari, parliamo di bullismo e cyber bullismo. Quali sono i dati in merito a tale fenomeno?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo gli ultimi report del 2020-2021, stima che circa un minore su due ha subito una qualche forma di maltrattamento in infanzia in Italia.
Qual è il vostro compito da esperti?
Poiché i numeri emersi sono notevoli, 193 minori su 1000 subiscono una forma di maltrattamento, abbiamo pensato fosse doveroso intervenire su questa piaga sociale. Al Santobono arrivano casi davvero raccapriccianti a volte anche per crudezza. Molti sono i bambini lasciati nella solitudine delle violenze domestiche. Per questo motivo è nato un percorso a loro dedicato, un progetto che ha la funzione di standardizzare i comportamenti di noi sanitari e fornire delle risposte ai minori in difficoltà.
Dal primo accesso al “Pronto Soccorso” all’acquisizione dei singoli casi con le loro specificità. Il maltrattamento è un fenomeno iceberg è difficile da portare alla luce ciò che è nascosto senza ricorrere agli strumenti adeguati. Un iter più strutturato può aiutarci a prendere il bambino in incarico e con u’a équipe medica idonea a sostenere il minore alla risoluzione del problema in concerto con altri specialisti.
Nello specifico, chi sono i professionisti coinvolti?
Non solo i pediatri dell’emergenza ma anche i chirurghi ortopedici in caso di maltrattamento fisico da percosse e l’assistente sociale che fa da collante col territorio, per conoscere il contesto ambientale e substrato culturale da cui proviene l’eventuale vittima.
Quali sono i campanelli d’allarme che possono aiutare famiglia, scuola e altri educatori nel comprendere possibili criticità nel minore?
Nel momento in cui c’è il sospetto di un abuso o una violenza, si accede al nostro protocollo che comprende osservazioni e valutazioni dal punto di vista clinico e psicologico. Oggi ha un ruolo fondamentale la cultura dell’informazione e della divulgazione. Un esempio pratico, in caso di maltrattamento fisico la presenza di più fratture in diversi stati di maturazione lividi o ecchimosi (che si sono verificati in diversi momenti) rappresenta un segnale molto importante, come l’individuazione di ustioni o ferite in punti del corpo normalmente non esposti, per esempio l’addome o la schiena. Questi sono indicatori importanti che ci pongono in uno state di allerta. Quindi, è necessario sollecitare gli adulti a una corretta osservazione del minore, sia sul piano fisico che mentale.
Scuola, famiglia, allenatori. Tutti gli adulti devono tutelare i bambini. Parlarne aiuta a comprendere la strada da intraprendere.
Noi come Ospedale Santobono Pausillipon stiamo mettendo in atto diverse iniziative per questo progetto cui crediamo molto. Siamo stati in scena anche con spettacoli teatrali per sovvenzionare tale percorso. Più si dà voce a tali problemi, maggiormente saremo capaci di difendere i diritti dell’infanzia troppe volte violata.