MELANOMA Il nemico numero uno

È sotto i nostri occhi in qualsiasi momento della giornata, è l’organo umano più esteso del nostro corpo: la pelle è fondamentale per il nostro organismo eppure spesso tendiamo a sottovalutare la sua importanza. Ciò comporta diagnosi poco tempestive per quanto riguarda i tumori più diffusi al mondo, quelli della cute, in costante aumento soprattutto negli ultimi anni nella fascia d’età giovanile. Per capire che funzione svolge la cute, in che forma si presentano i tumori cutanei e come prevenirli, abbiamo intervistato il dottor Riccardo Acri, specialista in dermatologia etnica.

Quali sono le funzioni della cute e sopratutto quali quelle meno conosciute?

La cute riveste tutto il nostro corpo, ricopre due metri o poco più in relazione all’altezza delle persone e ci protegge dal mondo esterno. Parliamo di un organo che svolge numerose funzioni vitali per il nostro organismo: dalla termoregolazione, alla veicolazione di farmaci, alla regolazione di omeostasi, ovvero l’equilibrio dell’intero organismo. Inoltre è un organo importante perché è una spia di malattie endogene, dato che in modo molto semplice ci dà dei segnali di malesseri che vanno oltre la cute. La comunicazione dei segni cutanei ci induce così ad effettuare diagnosi precoci di tantissime patologie e altrettante difficoltà psicologiche, penso a sensazioni di prurito lungo il corpo che indicano magari forte stress o perdita del cuoio capelluto.

Essendo l’organo più esposto a soggetti esterni, sono tanti i rischi a cui va incontro la nostra pelle. I tumori alla cute sono i più diffusi al mondo, ma come si presentano?

I tumori della cute si classificano in tre diverse tipologie. Innanzitutto abbiamo gli epiteliomi basocellulari, chiamati anche carcinomi basocellulari, che sono presenti con maggiore frequenza nella popolazione più anziana perché dipendono da esposizioni solari prolungate nel corso degli anni. Per fortuna, sono dei carcinomi veri e propri ma non sono metastasici, quindi attraverso l’atto chirurgico e terapie fisiche è possibile distruggere dei precursori degli epiteliomi basocellulari prima che questi si possano trasformare in tumori. Abbiamo poi l’epitelioma spinocellulare, anch’esso molto più frequente nelle fasce d’età avanzate fotoesposte o fotodanneggiate. In questo caso parliamo di tumori metastasici: interessano lo strato squamoso della cute con un diverso grado di pericolosità e proprio per questo vanno individuati quanto prima i precursori, che non sono altro che delle rugosità o delle pellicine traslucide che non si riescono a rimuovere nel corso del tempo. Tali precursori vengono definiti cheratosi attiniche e sono delle alterazioni irreversibili della cute che vanno individuati quanto prima per depotenziare lo sviluppo del tumore.

Dottore, arriviamo alla nota più dolente, il melanoma…

Quello che ci preoccupa di più e che rappresenta il nemico numero uno di ogni dermatologo è sicuramente il melanoma, un fenomeno che sta aumentando molto nel corso negli anni e che colpisce sempre di più i giovani. Basti pensare che i casi di melanoma sono aumentati del 15% solo tra il 2019 e il 2020. Questo dipende da diversi fattori: il sole non è più lo stesso, le persone non sono così attente a proteggersi dai raggi solari, soprattutto quelle che hanno molti nei. Nel caso specifico di questo tumore diventa fondamentale quell’autoispezione a cui facevo riferimento in precedenza. Individuare un neo che si modifica così come la comparsa di un neo nuovo, dato che il melanoma può insorgere sia ex novo che da nei preesistenti, diventa necessario affinché il tumore non si sviluppi. E’ molto facile riconoscere un melanoma, basta seguire la regola mnemonica ABCDE (Asimmetria-Bordi irregolari-Colore disomogeneo-Dimensione in aumento- Evoluzione) a cui personalmente aggiungo anche la F, ovvero la foto, perché parlando di una malattia che colpisce maggiormente i ragazzi è molto facile immortalare la propria cute con una fotografia. L’obiettivo e l’orgoglio di ogni dermatologo è quello di individuare preventivamente la presenza di un melanoma, perché esso ha una crescita in un primo tempo abbastanza superficiale, che poi diventa più profonda in un se- condo istante. Quando riusciamo a catturarlo nella prima fase, attraverso l’atto chirurgico abbiamo già risolto il problema senza dover fare alcuna terapia. Viceversa, quando il melanoma scende nel derma e va a contatto con i vasi e le strutture che permettono la metastasi, purtroppo in tal caso la sopravvivenza tende a scendere notevolmente. Quindi la nostra attenzione è sempre molto alta ed è per questo che cerchiamo di fare una grande campagna di prevenzione soprattutto verso i più giovani, le vere vittime di questo male. Anche perché la cute è un organo che si fa ispezionare sotto l’occhio e per questo è facile da indagare anche senza il supporto di un dermatologo.

Ma come si previene la comparsa del melanoma?

Negli ultimi anni la sinergia tra scienza dermatologica e genetica ci permette di fare un percorso selettivo nelle persone che hanno già avuto un melanoma. In esse si può andare a vedere se hanno un gene mutato nel Dna che consente di capire se anche i familiari potrebbero essere vittime di questa lesione tumorale. Se la persona che ha il gene mutato risulta positiva al test genetico ci permette di individuare la possibilità nel familiare di aver ereditato la propensione alla comparsa del melanoma.

L’ha detto lei in precedenza, la prevenzione e la sorveglianza attiva diventano ancora più importanti. Ma come avvicinare i giovani, che rappresentano la categoria sociale più colpita dal melanoma, alla campagna di prevenzione e come incentivarli da una parte all’ispezione della propria cute e a rivolgersi ad un dermatologo?

Spesso è difficile interfacciarsi con i ragazzi perché le regole non li fanno impazzire, per questo cerchiamo di renderli protagonisti attivi nella prevenzione. In parole povere, i giovani devono rappresentare l’elemento propulsivo della prevenzione ed essere loro stessi promotori per i loro coetanei. Spiegare loro quanto è importante la prevenzione, l’utilizzo di creme solari nelle ore più caldi della giornata, il rischio di fare lampade se si ha una pelle molto chiara o comunque fragile, di certo non basta. Se riusciamo a rendere attivi i ragazzi nella campagna di prevenzione allora quadruplichiamo l’effetto di quest’ultima, aumentando gli orizzonti preventivi nel sociale. Solo in questo modo i giovani non penserebbero più a questi facili consigli come una morale da seguire obbligatoriamente.

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