Fare prevenzione è l’arma più adatta per prenderci cura del nostro organismo. La corretta divulgazione scientifica e l’aggiornamento costante degli specialisti rappresentano una risorsa essenziale per combattere anche le malattie cardiovascolari. Tale mission è stata il fulcro del primo Convegno Nazionale AIAC Giovani che si è tenuto a Napoli. Fautori e promotori il Dottor Antonio D’Onofrio, Presidente AIAC, e il Prof. Vincenzo Russo, Responsabile Comitato Promotore
D’ONOFRIO: Un primo meeting che segna sicuramente un importante inizio. Perché infondere una corretta informazione e perché è sempre più utile fare divulgazione non solo tra i soggetti adulti ma anche per i giovani?
“L’Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione ha organizzato un convegno nazionale fatto da giovani specialisti dedicato alle nuove generazioni fortemente presenti al nostro evento. Lo scopo è stato quello di promuovere una corretta informazione, diffondere la prevenzione delle aritmie e delle problematiche cardiovascolari. Fare informazione scientifica non vuol dire soltanto aggiornare i medici, ma anche far sì che la popolazione prenda atto e sia a conoscenza di problematiche. Siamo chiamati ad una conoscenza approfondita noi medici, dal nostro canto, dobbiamo mettere in atto gli strumenti per la risoluzione delle problematiche e per indirizzare i pazienti a idonei percorsi necessari alla propria salute”
D’ONOFRIO; Quali sono stati i punti sviluppati durante il convegno e quali gli step da portare avanti?
“Il convegno ha trattato tutti gli aspetti della medicina cardiovascolare, esperienze cliniche sono state oresentate dai maggiori ospedali in Italia, dove negli ultimi anni lavorano sempre più giovani. Si è parlato di aritmologia, di gestione delle aritmie, di gestione del rischio cardiovascolare, di scompenso cardiaco, di monitoraggio remoto di dispositivi impiantabili, di telemedicina e intelligenza artificiale. Una medicina che oggi viene effettuata in gran parte dei nostri grandi ospedali e che il prossimo futuro dovrà diventare punto di riferimento per ogni realtà, indipendentemente dalla grandezza territoriale”
RUSSO: La prevenzione passa attraverso uno screening mirato, ma da quale fascia di età dobbiamo prenderci cura del nostro apparato cardiocircolatorio?
“In medicina non dobbiamo soltanto curare, dobbiamo essere capaci di prenderci cura. Ciò vuol dire fare una corretta prevenzione di fattori di rischio affinché non si manifestino le malattie cardiovascolari ( ictus, infarto del miocardio ). La prevenzione è cambiare lo stile di vita, orientare la propria esistenza al rispetto del proprio corpo, fare cultura della prevenzione vuol dire parlarne non quando già il problema è sorto, ma prima che accada”
RUSSO: Professore, c’è una fascia anagrafica particolarmente segnalata affinché si facciano esami e controlli?
“La prevenzione cardiovascolare deve essere applicata a tutte le età in ogni fase della vita, nei bambini in età scolare è ottimo segno di tutela. Bisognerebbe fare prevenzione sottoponendo ad una visita cardiologica con annesso elettrocardiogramma, fare esami di screening oltre che abituarli sin da subito di un’attività sportiva di tipo cinetico-aerobico. Ad aiutare la salute del nostro corpo è una corretta alimentazione, la nostra dieta mediterranea rappresenta il massimo esempio, incentivare un’attività sportiva sana e quella all’aperto”
RUSSO: Sappiamo che la donazione dei defibrillatori in luoghi pubblici è un segno di civiltà. Cosa ha significato per voi fare questo regalo al Comune di Pozzuoli?
“L’Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione ha voluto non solo fare prevenzione e cultura in maniera teorica, ma anche pratica. La morte cardiaca improvvisa colpisce ogni anno centinaia di persone anche su un cuore strutturalmente sano. L’unica arma che abbiamo è l’utilizzo di un defibrillatore per la risoluzione immediata dell’aritmia.
Garantire l’accesso pubblico ai defibrillatori con la relativa distribuzione uniforme sul territorio, formando adeguatamente un personale capace di utilizzarli, rappresenta la risposta più forte a questo rischio. Abbiamo donato un defibrillatore alla città di Pozzuoli perché ne possa fare un uso corretto e destinarlo alla propria popolazione in quei luoghi ancora non coperti da tale servizio”.