Lo stereotipo della famiglia perfetta

Parliamo oggi di famiglia, in particolar modo della tendenza dei nuclei familiari a cercare di imitare delle visioni standardizzate di famiglia “perfetta”. Questa ricerca, molte volte, ha effetti negativi non solo sui coniugi ma anche sulla prole. Per comprendere motivi e cause di questa errata inclinazione e, nel dettaglio, per scovare come prevenire ansie e paure, diamo il benvenuto allo psicologo e direttore del TCE Therapy Center Elpidio Cecere!

Parliamo delle famiglie moderne, sempre proiettate a raggiungere un ideale di perfezione malsano che, ovviamente, si proietta nocivamente anche sulla prole. Dottore, una domanda sorge spontanea, ma la famiglia perfetta esiste davvero?

Non esiste la famiglia perfetta in assoluto ma esiste la famiglia perfetta per ognuno di noi. Mi spiego meglio, la famiglia perfetta non esiste in generale perché ogni individuo ha un’idea differente di famiglia ideale. Di recente ho sostenuto il percorso di una donna nell’adozione di un bambino con sindrome di autismo e di un uomo nell’adozione di una ragazzina con la sindrome di down. Non solo, anche due coniugi nell’adozione di una coppia di due piccoli fratello russi. Questi esempi di famiglie variegate configurano nuclei a loro modo perfetti. Non esiste più la visione standardizzata della famiglia esemplare del “Mulino Bianco”, madre, padre e figli; questa versione è obsoleta per i tempi odierni. A questo proposito, alle famiglie che iniziano la psicoterapia, amo riferire questa bellissima parola: copione. Noi siamo predisposti, attraverso strategie intergenerazionali, ha stabilire un copione specifico all’interno delle nostre relazioni familiari. Ogni copione ha un proprio valore. Per comprendere la varietà di famiglie, una tecnica utilizzata in psicoterapia è il genogramma, ovvero considerarci il risultato di quello che i nostri genitori, i nostri nonni e i nostri bisnonni hanno compiuto.

Questa ricerca della perfezione quanto incide sulla relazione coniugale e quanto impatta sui figli?

Nella relazione coniugale ci sono quattro S, per capire se una coppia funziona: successo, soldi, semplicità e suoceri. Quest’ultima è fondamentale perché ci porta a capire quanto i suoceri incidano sulla relazione. Tentiamo di distaccarci da suoceri e genitori ma, in realtà, essi ci condizionano sempre. Basta paragonarci ad una cultura diametralmente opposta alla nostra, le differenze saranno testimonianza dell’educazione specifiche ricevute dai nostri padri e madri. Pur volendoci distaccare, non dobbiamo dimenticare che alcuni valori dei nostri avi hanno portato avanti la società e, quindi, non debbono essere sostituiti. Detto ciò, questo malsano desiderio di raggiungere la perfezione incide enormemente sia sulla coppia che, ahimè, sui figli.

Come cercare di evitare le ansie e le preoccupazioni che ci attanagliano? Come prevenirle e come riuscire ad essere dei genitori migliori, svincolandosi dalla perfezione?

Per essere dei genitori perfetti bisogna essere imperfetti, è necessario sbagliare, senza mai paragonarsi agli altri “colleghi”. La chiave per prevenire la paura di non essere abbastanza è sbagliare, mancare e imparare cammino facendo. Inoltre non bisogna essere ossessivi con il proprio ruolo, né circoscrivere la propria esistenza solo nell’ambito genitoriale. Molte madri che vengono in studio vivono solo per essere madri, abbandonando il resto della loro vita. Questo, però, comporta un’implosione fisiologica, frutto di un processo naturalmente sfiancante, anche perché prima o poi i figli crescono, svestendo i panni della prole. Questa destabilizzazione della figura genitoriale, il non essere più di vitale importanza per i figli, specialmente nelle donne, comporta una grande conseguenza negativa: il tradimento. Perché il fallimento che percepiamo come genitori, implica la necessità di affermarsi altrove, come nelle esperienze extraconiugali…

Quali contromisure seguire in quest’ottica? Essere genitori non è per nulla semplice…

Immaginate due genitori con una figlia adolescente. Potrebbero vietare l’utilizzo dei social, ma non sarebbe una decisione formativa. Più corretto sarebbe subordinarsi al punto di vista dei ragazzi. Nel sopracitato caso, i genitori potrebbero accompagnare la figlia all’utilizzo dei social, addentrandosi insieme in questo mondo. Poi, fondamentale è interloquire. Qualsiasi divieto ci sia deve essere giustificato agli occhi dei figli e deve essere frutto di un sano dibattito. Inoltre può essere superato, magari, offrendo la possibilità ai ragazzi di conquistarsi quella licenza con buone condotte.

Come dicevamo, per essere dei buoni genitori bisogna anche sbagliare. Come chiedere scusa? Spesso gli adulti tendono a non voler scusarsi con i più piccoli, per vergogna, orgoglio o pudore…

Questa è una domanda profonda e intelligente. È assolutamente vero ed è un comportamento fallace. I bambini e ragazzi osservano tutto quello che li circonda e si rendono conto anche di quando, a seguito di un errore, i genitori non si scusano. A livello relazionale chiedere scusa è essenziale per cementificare il rapporto e superare i dissidi. Laddove in presenza di equivoci i padri e le madri non chiedano scusa, essendo i genitori l’esempio principale per i giovani, ci sarebbe un’incoerenza di fondo che i piccoli rileverebbero e riprodurrebbero. Vorrei precisare però che, allorquando a livello sociale gli adulti compiono delle gesta o delle condotte altamente scorrette, come una relazione extraconiugale, è preferibile tutelare il proprio bambino. Non per forza dobbiamo caricare di tutta la verità i nostri piccini e, viceversa, essi possono avere dei piccoli segreti nei nostri confronti. Ricordiamo che i bambini non sono adulti in miniatura, sono bambini.

Dottore, al suo Therapy Center in questi anni ha avuto modo di entrare a contatto con numerose e variegate realtà familiari. Qual è il problema più frequente?

Senza dubbio, la mancanza di comunicazione. Si scappa dal confronto. Anche il silenzio potrebbe essere una forma di contatto ma ad oggi risulta essere una via di fuga dalla comunicazione. È essenziale confrontarsi con i membri della propria famiglia, figli in primis, senza però mai essere investigativi e pesanti, lasciando sempre un’aurea di libertà. Non chiediamo, quando i nostri piccoli tornano da scuola, “che voti hai preso a scuola” bensì “come stai?” …

Quanto è importante affidarsi agli esperti, scoprire terapie e soluzioni certificate e professionali?

Consiglio di rivolgersi ad esperti di sistemici familiari, ovvero professionisti che si occupano delle realtà relazionali delle famiglie e che, di conseguenza, riescono ad offrire soluzioni efficiente per ogni membro del nucleo familiare. Nel TCE Therapy Center ce ne sono tanti! Vi aspettiamo.

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