L’endocrinologia nei bambini

L’endocrinologia è una branca della medicina di cui si sa ancora troppo poco e i cui effetti sono di difficile individuazione. Quando di parla soprattutto dei più piccoli riconoscere i campanelli d’allarme relativi ai disturbi ormonali che possono compromettere la crescita diventa ancora più complesso. Abbiamo il piacere di parlarne con la dottoressa Valeria Pellino, pediatra esperta in endocrinologia pediatrica.

L’endocrinologia è una materia di cui sappiamo ancora poco e quando si parla di endocrinologia pediatrica la materia diventa ancora più nebulosa. Perché c’è ancora poca conoscenza?

Sicuramente è una branca specialistica e quindi, come tutte, richiede conoscenza e sensibilizzazione sul territorio. Il bambino è il nostro punto di partenza per migliorarci, avere quindi una maggiore sensibilizzazione regionale che vede bambini costantemente sottoposti a controlli ambulatoriali deve avere un occhio di riguardo sull’aspetto endocrinologico intendendo con questo principalmente la crescita e lo sviluppo puberale che, correlati a un adeguato inquadramento del bambino, lo portano ad essere completo, sano e che riesce meglio ad adeguarsi nel contesto in cui vive e in cui cresce. È fondamentale quindi inquadrare il prima possibile il problema iniziando così un percorso diagnostico, in cui entriamo in gioco noi specialisti, e eventualmente terapeutico per i bambini che ne necessitano.

Quali sono i disturbi endocrinologici che più riguardano i bambini?

Io sono responsabile dell’ipotiroidismo congenito, quindi un bambino che nasce con un problema tiroideo deve necessariamente iniziare un percorso il prima possibile per poter compensare in maniera adeguata questo deficit e raggiungere le tappe di uno sviluppo che gli permettano di avere una stile di vita sano. Parliamo non solo di crescita fisica ma soprattutto mentale, di sviluppo psicomotorio quindi. Quando parliamo di endocrinologia facciamo riferimento alla crescita nel bambino, partendo quindi dalla corporatura con un approccio diretto: se vediamo un bambino piccolino non ci soffermiamo solo sul fatto che mangi poco o che sia molto attivo; questa può essere la punta dell’iceberg di una patologia molto più complessa.

Quando parliamo di disturbi legati al sistema endocrinologico pediatrico è possibile fare prevenzione?

Assolutamente si. Uno stile di vita corretto che vede per esempio un orario giusto di riposo e attività è fondamentale per i bambini odierni che hanno un’attività sregolata che condiziona la secrezione ormonale. Quando si dice che “il bambino quando dorme cresce” non si sbaglia perché di notte si ha una maggiore secrezione dell’ormone della crescita. Si dovrebbe evitare di sottoporre il bambino a fonti di stress che possono anche essere videogiochi o televisione in orari inappropriati, questo è un piccolo accorgimento che tutti i genitori potrebbero fare. Oltre a questo anche l’alimentazione è fondamentale, un bambino che è normopeso, che mangia nelle giuste quantità e soprattutto assume un giusto quantitativo di verdure, di frutta, di legumi e di proteine è un bambino che crescerà bene dal punto di vista fisico e mentale.

C’è un’età di riferimento in cui aumenta il rischio di incorrere in queste patologie?

Nel bambino che nasce con un problema endocrinologico bisogna iniziare subito un percorso ultra-specialistico, viene da subito indirizzato dal centro regionale che si occupa di ipotiroidismo. Diversamente un bambino che non cresce bene dopo i quattro anni è sicuramente meritevole di essere osservato dall’endocrinologo, una volta esclusi i problemi pediatrici che più possono essere appannaggio della prima fascia d’età. Anche nel periodo puberale, se questo si anticipa o ritarda è richiesto un approccio ultra-specialistico.

Ipotiroidismo ed ipertiroidismo, cosi come negli adulti, lo ritroviamo anche nei bambini?

L’ipotiroidismo è una patologia congenita e rara ma può essere anche secondaria a patologie autoimmuni. L’ipertiroidismo invece è un po’ più raro, più di pertinenza dell’adolescente che del bambino piccolo, ma entrambe sono patologie che necessitano di un adeguato approccio tempestivo, diagnostico e terapeutico.

Molte volte sono i genitori a dover individuare i primi sintomi, quando bisogna intervenire e prenotare una visita specialistica?

Il pediatra di famiglia deve avere il primo approccio con il bambino perché è lui che riesce a distinguere la condizione che può essere trattata come pediatrica dalla condizione che necessita di un approfondimento. Noi lavoriamo tanto con i pediatri, può essere improprio mandare un bambino di due anni ad una visita endocrinologica quando, per esempio, ha solo uno scarso peso, fattore che è di gestione prettamente pediatrica. Si sottopongono i genitori ad uno stress e un’indagine inutile. Sarebbe utile approfondire prima quell’aspetto e poi arrivare dallo specialista endocrinologo.

Qualora ci fosse la diagnosi quali sono le terapie più idonee per risolvere i disturbi legati a queste patologie?

Fortunatamente i bambini che necessitano di terapia precoce, e questo è stato un merito delle tante campagne di screening che fortunatamente ci sono, iniziano tempestivamente: entro i primi 14 giorni di vita quando parliamo di un bambino affetto da ipotiroidismo congenito. Discorso differente nel bambino che ha uno sviluppo precoce o ritardato, lì abbiamo più tempo per poter gestire la terapia e sono terapie gestibili a domicilio e non necessitano di ospedalizzazione o di manovre particolari.

Un’adeguata terapia può permettere una qualità di vita idonea?

Un bambino che sta bene col corpo sta bene anche con la mente. Le due cose sono associate in maniera inequivocabile, quindi si.

Lei prima diceva che il primo passo spetta al pediatra ma non sempre è cosi.

Noi medici specialisti ci impegniamo per formare il più possibile i pediatri di base per poter screenare bene i pazienti da inviare tempestivamente o più tardivamente.

Si può fare una stima ad oggi dei bambini che soffrono di queste patologie?

Sono tanti, direi che purtroppo nel biennio che abbiamo vissuto caratterizzato dal Covid c’è stata un’esplosione delle pubertà precoci, una patologia endocrinologica che va trattata tempestivamente ai fini di preservare la crescita.

Una volta effettuata la diagnosi abbiamo a disposizione terapie temporanee oppure si tratta di terapie permanenti?

Dipende dalla patologia,per un bambino che nasce con una patologia congenita in cui non c’è proprio la produzione ormonale la terapia verrà fatta cronicamente. Diversamente per un bambino che ha uno sviluppo tardivo potrebbe essere aiutato nell’adeguamento della sua crescita alla sua età fino ad un determinato periodo, sarà quindi una terapia limitata nel tempo e non cronica.

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