I benefici della Pet Therapy per i residenti di una RSA

La relazione uomo-animale è da sempre importante nella vita delle persone, il rapporto che si instaura con l’animale può avere una forte valenza emotiva. Nel corso di quest’intervista parleremo con due specialiste che hanno strutturato un percorso sperimentale con i residenti di una RSA per valutare quali fossero i benefici che la Pet Therapy potesse avere sui pazienti più fragili. Ne parleremo oggi con la Dottoressa Maria Visconti, Psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice dell’RSA “Gianà”, e con Concetta “Imma” D’Alterio, iscritta agli elenchi nazionali I.A.A. e addestratore cinofilo ENCI.

D’ALTERIO: Iniziamo introducendo la Pet Therapy, una terapia che prevede l’uso di animali da compagnia per curare particolari patologie. A cosa facciamo riferimento quando parliamo di Pet Therapy?

Il termine specifico a cui si fa riferimento quando si parla di questo genere di terapia è I.A.A.: Interventi Assistiti con gli Animali, Pet Therapy è il modo più comune con cui viene indicata. Per Pet Therapy intendiamo quindi quegli interventi e quelle interazioni assistite con un animale.

VISCONTI: Quali sono i principali motivi che vi hanno spinto ad usare lo strumento della Pet Therapy con i residenti di un RSA?

Non tutti gli strumenti sono funzionali per tutti i pazienti e per tutti i tipi di disturbi. Abbiamo, nel corso del tempo, riscontrato delle difficoltà con determinati tipi di pazienti e abbiamo quindi immaginato che questa terapia potesse avere degli effetti significativi sul tono dell’umore. Andando avanti abbiamo poi notato l’efficacia di questo metodo ed è stato quindi deciso di strutturarlo nei termini di un percorso sperimentale.

VISCONTI: Quali sono le patologie e i disturbi che maggiormente vedono il coinvolgimento degli animali da compagnia per la loro cura?

Abbiamo deciso di utilizzare la Pet Therapy con i pazienti più fragili che presentavano competenze residuali più basse e soprattutto presentavano minori capacità nella fluenza linguistica.

VISCONTI: Come è stato strutturato questo percorso di Pet Therapy?

Sono stati scelti dei piccoli gruppi di pazienti, poiché l’operatore della Pet Therapy ci ha spiegato che il lavoro è molto più funzionale con gruppi di massimo otto pazienti. Il percorso è stato strutturato con una seduta alla settimana per sei mesi utilizzando lo strumento diagnostico della scala per la valutazione della depressione geriatrica per valutarne i risultati.

D’ALTERIO: Ci sono particolari tecniche che vengono utilizzate durante le sedute?

In base agli utenti che in quel contesto si formano mettiamo in pratica varie tecniche specifiche come il “grooming” oppure il “game active” che vadano ad attivare, per esempio, l’inclusione o la pulizia del pelo dell’animale stimolando in modo particolare ciò che serve a quel gruppo in quel momento. In particolare, il “grooming” consiste nello spazzolamento e igiene dell’animale, nel momento in cui il paziente si sofferma a spazzolare il pelo del cane si attiva una sensazione di maggiore concentrazione e maggiore rilassamento. Questi gesti vanno a stimolare alcuni ricordi della sua vita quotidiana attivando il rilascio di ossitocina e quindi aumentando il buon umore.

VISCONTI: Quali sono i principali benefici che si riscontrano sul paziente che ricorre a questo genere di terapia?

Come detto in precedenza durante il percorso di sei mesi è stato utilizzato uno strumento diagnostico per la valutazione della depressione nei pazienti geriatrici, al termine di questo periodo i risultati derivanti da una nuova valutazione diagnostica hanno dimostrato come questa terapia abbia dato un innalzamento del tono dell’umore

D’ALTERIO: I benefici della Pet therapy non riguardano solo i pazienti ma tutto l’ambiente di lavoro che si trova a contatto con questi animali da compagnia…

Ci siamo resi conto che i benefici derivanti dalla Pet therapy si manifestassero anche sull’ambiente comunitario più allargato. Non solo gli utenti che prendevano parte alle sedute, ma tutti, compresi gli operatori traevano benefici dalla presenza e dall’interazione con alcune specie di animali.”

VISCONTI: Vede in futuro nuovi possibili utilizzi della Pet Therapy? Cosa si augura lei a tal riguardo?

Il nostro prossimo progetto sarà quello di utilizzare la Pet therapy sugli operatori della RSA, abbiamo notato che c’è stata una buona responsività. Come per i residenti anche in questo caso siamo partiti da una valutazione amatoriale e ci siamo quindi proposti di applicare la metodologia sperimentale. Somministreremo una scala di valutazione dello stress lavoro correlato prima dell’intervento della Pet therapy, attiveremo un percorso di Pet Therapy e dopo sei mesi andremo a considerare se è stata utile a contrastare lo stress lavoro correlato, e quindi evitare la Sindrome del Burnout dell’operatore o meno. Siamo ancora in fase progettuale.

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