Gimbe: al vaglio i servizi sanitari regionali. Solo 11 i promossi.

Sono state pubblicate dal ministero della Salute le valutazioni sull’erogazione delle prestazioni sanitarie fornite dalle Regioni relative all’anno 2020, anno in cui l’Italia è stata colpita dal Covid-19. L’analisi si è svolta sui livelli essenziali di assistenza, ovvero quelli che devono essere necessariamente garantiti dalle amministrazioni regionali, al fine di risultare adempienti o, in caso contrario, inadempienti.

Si tratta di una vera e propria ‘pagella’ per i servizi sanitari regionali” ha affermato Nino Cartabellotta, il presidente della fondazione Gimbe. “Il gap Nord-Sud non si è ridotto, nonostante molte Regioni del Nord siano state colpite in maniera drammatica dalla prima ondata e, al tempo stesso, quelle del Sud siano state risparmiate grazie al lockdown”, continua Cartabellotta, sottolineando anche che i risultati sono stati “inevitabilmente condizionati dalla gestione dell’emergenza Covid-19”.

Il ministero della Salute, per la valutazione, ha preso in considerazione la prevenzione collettiva, l’assistenza a livello distrettuale, ossia al di fuori degli ospedali, e l’assistenza ospedaliera. Ogni Regione, in una scala da 1 a 100, è considerata adempiente se ottiene un punteggio superiore a 60 in ognuna delle tre categorie.

Le Regioni risultate adempienti, quindi che hanno rispettato i livelli essenziali di assistenza in tutte e tre le categorie, risultano essere 11: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto.

Tra le restanti 10 Regioni risultate inadempienti, si distinguono per una sola insufficienza Abruzzo, Liguria, Molise e Sicilia, mentre Basilicata, Campania, Provincia autonoma di Bolzano, Sardegna e Valle d’Aosta hanno ricevuto due insufficienze. L’unica ad aver riportato tre insufficienze è stata la Calabria.

Le parole del Presidente Cartabellotta sottolineano che “solo la Puglia si trova tra le 10 Regioni adempienti” tra le Regioni del Sud, ad aggravare “il gap tra Nord e Sud” ci sono anche le “condizioni estremamente critiche della sanità in Calabria”.

Quanto analizzato dalla fondazione Gimbe mette in evidenza che le posizioni occupate da alcune regioni siano molto diverse in base all’area di valutazione del ministero, come ad esempio l’Umbria, prima in ambito di prevenzione ma dodicesima nell’area distrettuale e undicesima in quella dell’assistenza ospedaliera. Al contrario, regioni come Emilia-Romagna, Lazio e Friuli-Venezia Giulia occupano la stessa posizione in tutte le classifiche.

Tutti i dati sono stati sintetizzati dalla fondazione Gimbe in un unico punteggio che ha permesso di definire una classifica vera e propria delle sanità regionali. Il risultato finale non fa altro che “enfatizzare la differenza tra Nord e Sud”, quanto detto da Cartabellotta: nella prima metà della classifica “si trovano 7 Regioni del Nord, 3 del Centro e nessuna del Sud, mentre nell’ultimo quartile, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, tutte le Regioni sono del Sud”.

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