Attenti al cuore, il Covid non fermi la prevenzione

RAFFAELE MERENDA DIRETTORE UOC CARDIOLOGIA OSPEDALE MONALDI: ANDARE DAL MEDICO DI FIDUCIA È FONDAMENTALE PER RIDURRE I RISCHI

 

“Le malattie cardiovascolari si combattono solo attraverso la prevenzione e non effettuarla provocherà danni terribili nel tempo. Non possiamo farci fermare dal Covid: andare dal proprio medico di fiducia è fondamentale per ridurre i dati sulle malattie cardiovascolari, che insieme alle patologie di tipo oncologico rappresentano la principale causa di morte in assoluto nella popolazione accidentata”. Così fotografa il terribile momento della diagnosi cardiovascolare il dottor Raffaele Merenda, direttore UOC cardiologia Ospedale Monaldi, a cui abbiamo chiesto nello specifico come prevenire un ulteriore incremento di questi dati.

 

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte sul pianeta, una delle principali cause di mortalità e disabilità ed hanno un altissimo impatto sociale ed economico: numeri purtroppo in costante aumento come si fermano?

Solo ed esclusivamente con la prevenzione, anche se questo purtroppo è un brutto periodo, perché gli ospedali sono intasati, il coronavirus ha scombussolato tutto quanto e molte strutture sono state costrette a chiudere gli ambulatori pubblici per pilotare il personale infermieristico, sanitario e parasanitario all’assistenza dei pazienti covid. Il problema è che assieme alle patologie cardiovascolari purtroppo ne hanno risentito anche quelle di tipo oncologico, che assieme alle malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in assoluto nella popolazione accidentata. Non effettuare la prevenzione nel caso dell’oncologia e delle malattie cardiovascolari provocherà dei danni terribili nel tempo. La popolazione ha paura di recarsi nei pronto soccorso, perché teme l’infezione da coronavirus e perché non si fida della sanificazione delle strutture. D’altronde i nostri centri sono intasati da questi pazienti e non tutti hanno la possibilità di avere un pronto soccorso dedicato. Andare dal proprio medico e farsi misurare la pressione, per esempio, è importante, ma in questo particolare periodo anche andare dal dottore è diventato particolarmente difficile.

Quali sono i principali fattori di rischio, che impattano negativamente sui problemi cardiovascolari e soprattutto quali quelli meno noti?

I meno noti probabilmente sono quelli ereditari ai quali si dà poca importanza, nell’aterosclerosi sicuramente la familiarità ricopre un ruolo importantissimo quindi avere dei genitori che hanno sofferto di malattie cardiovascolari predispone alla patologia conclamata. In generale comunque i fattori di rischio sono rappresentati da quei caratteri che sono fissi di un determinato individuo, cioè l’ereditarietà, l’ambito costituzionale e la familiarità, assieme a tutte le malattie o sindromi ereditarie come per esempio il diabete, che pur trattato nelle miglior condizioni possibili, ovvero con una glicemia periferica arteriosa tenuta sotto controllo, continua a creare problemi al sistema cardio-circolatorio. Oggi poi con l’abbondanza di cibo e soprattutto con i lunghi periodi percorsi nelle proprie abitazioni stiamo assistendo ad un aumento del peso degli individui. Ho conosciuto diversi pazienti in ospedale che mi hanno confessato che durante la permanenza a casa hanno mangiato più del dovuto. Per questo diventa impellente ribadire che l’attività motoria va fatta e non possiamo nasconderci dietro la mancanza di tempo: basta anche una passeggiata, non serve necessariamente andare a correre.

Quali sono i campanelli d’allarme che ci fanno capire di essere di fronte ad una malattia cardiovascolare?

Il sintomo più comune e più facilmente riscontrabile è sicuramente l’angina da sforzo e per spiegarlo riporto un esempio molto semplice: immaginate un paziente che fino ad una determinata epoca della sua vita si è potuto permettere di salire tre piani del palazzo della propria abitazione senza sentire nessun fastidio, poi ad un certo punto inizia ad avvertire una sorta di oppressione dietro al petto. L’angina da sforzo si può manifestare anche in infinite altre forme in particolar modo nei diabetici, dove non si presenta come dolore retrosternale, ma sotto forma di affanno, dispnea. Ulteriori campanelli di allarme sono rappresentati dal dolore ai muscoli delle braccia, per esempio, oppure all’arcata dentaria inferiore, quindi i denti inferiori della bocca, o ancora da un senso di costrizione alla gola addirittura.

Basta incentivare le persone a seguire un corretto stile di vita, evitare il fumo, fare attività fisica per evitare le patologie cardiovascolari?

Se parliamo di un soggetto che non ha la predisposizione ereditaria e familiare sicuramente è importantissimo non avere sovrappeso, avere dei buoni parametri di laboratorio per quanto riguarda l’assetto lipidico e svolgere una normale attività motoria o una normale attività di vita sociale per essere protetti dalle malattie cardiovascolari. Alla fine, possiamo dire che basta molto poco per evitare grossi guai.

Tutti sanno che l’uso del tabacco, delle normali sigarette, incide tantissimo nell’insorgenza di problemi cardiovascolari, le volevo chiedere invece quanto impatto hanno le moderne sigarette elettroniche?

Purtroppo le sigarette determinano danni in due modi diversi. Causano danni dovuti alla combustione e altri legati alle sostanze vaso-attive presenti nel fumo di sigaretta. I primi dipendono dalla brace che si crea nella sigaretta e cioè la cartina che brucia in maniera incompleta. Nelle sigarette noi abbiamo la brace e non la fiamma, legata alla combustione sia della polvere o dei residui secchi della pianta del tabacco, sia alle cartine che avvolgono la sigaretta. A tutto questo si associano poi le sostanze vaso-attive presenti nel fumo. Nelle sigarette elettroniche la componente combustione non c’è, ma rimane presente comunque la sostanza vaso-attiva dannosa per il nostro corpo, la nicotina. Quindi possiamo dire che il danno viene limitato proprio per l’assenza della classica combustione di una normale sigaretta, ma comunque anche le sigarette elettroniche impattano negativamente sulla nostra salute.

Secondo un’indagine dell’Università di Göteborg sono sempre di più i giovani colpiti da problemi cardiovascolari. Come si spiega questo fenomeno considerando che parliamo comunque di una fascia d’età sicuramente più in salute?

Attenzione, è una salute apparente, perché i giovani mangiano male e svolgono una vita sedentaria; anzi, mi permetto di dire che i giovani non hanno un’adeguata vita sociale nel senso che molto spesso i loro incontri avvengono attraverso il computer, attraverso i social. L’incontro di persona diventa sempre più limitato e questo determina una vita sedentaria, ore e ore passate alla scrivania davanti al monitor, a chattare, a scriversi o scambiarsi fotografie. Quindi il consumo energetico è estremamente ridotto e allo stesso tempo l’alimentazione è diventata estremamente pericolosa, sovrabbondante di grassi. Così immettiamo nel nostro corpo molte cose qualitativamente negative e allo stesso tempo consumiamo poco.

Quanti e quali sono state le novità dal punto di vista tecnologico nel supporto alla lotta ai problemi cardiovascolari?

Sicuramente abbiamo fatto passi da gigante negli studi per la valutazione dell’assetto lipidico, cioè del famoso colesterolo, colesterolo totale, colesterolo buono e colesterolo cattivo. Negli ultimissimi anni abbiamo assistito ad una tendenza verso il ribasso dei parametri standard del colesterolo cattivo. Esso, per intenderci, si va a depositare lungo le pareti dell’arterie e determina l’aterosclerosi. Per cui la ricerca farmacologica, nello specifico, ha fatto passi da gigante e siamo in grado di proteggere sempre più la popolazione dagli effetti del colesterolo cattivo.

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