Negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, gli attacchi di panico sono aumentati in modo vertiginoso soprattutto tra i giovani affermandosi come il più comune disturbo d’ansia. Tali crisi sono molto impattanti sulla qualità della vita delle persone ed è fondamentale dunque rivolgersi ad uno psicoterapeuta per comprendere le origini del disturbo e cercare di uscire da un tunnel molto lungo. Di questo abbiamo parlato in compagnia del dottor Elpidio Cecere, psicologo e direttore del TCE – Therapy Center.
Dottore, parliamo di attacco di panico, il più comune disturbo d’ansia. Come e perché si manifesta?
Il disturbo d’ansia si manifesta attraverso una serie di risposte emotive come l’ansia e la paura, ma anche attraverso sintomi cognitivi come la sensazione di essere osservati e al centro dell’attenzione altrui, il senso di vuoto mentale, un senso di pericolo costante o con la riproduzione di pensieri negativi. Inoltre l’ansia si manifesta anche attraverso veri e propri sintomi fisici come tremore, sudore, aumento del battito cardiaco, nausea, vertigini, formicolii alla bocca, annebbiamento della vista, difficoltà a parlare e tensione muscolare. I disturbi d’ansia possono manifestarsi a seguito di eventi particolari carichi di stress emotivi come la rottura di un rapporto, la perdita di una persona cara o la fine di un rapporto lavorativo ma anche l’essere partecipe di un evento che metta a rischio la propria vita o aver vissuto un evento traumatico. Inoltre le cause del disturbo d’ansia sono da ricercare anche in fattori genetici o patologie fisiche.
Come si combattono allora queste crisi? Come si può gestire l’ansia?
Le strategie che le persone possono mettere in atto anche da sole e che possono essere di grande aiuto sono varie. Innanzitutto si può praticare la respirazione diaframmatica e il rilassamento muscolare, in questo modo i muscoli si rilassano, il respiro e il cuore diventano più regolari e gli organi interni si distendono. Queste tecniche devono essere praticate in modo costante per due volte al giorno, per poi iniziare a metterle in pratica durante i momenti critici. Importante è anche coltivare la consapevolezza nel qui e ora ovvero allenarsi a vivere nel presente: Poiché l’ansia è una preoccupazione immaginaria e anticipatoria è importante allenare la mente a orientarsi sul presente piuttosto che essere proiettata verso un futuro ignoto.
La psicoterapia gioca un ruolo fondamentale, ma come deve intervenire per installare un percorso riabilitativo al 100%?
Il primo passo è quello di identificare i pensieri ansiogeni: molto spesso, soprattutto quando la situazione si protrae da tempo può non essere semplice per il soggetto individuare da solo i pensieri che gli provocano ansia, poiché questi si presentano ormai in modo automatizzato, lo specialista deve perciò saper svelare l’associazione che il soggetto ha consolidato. Dopodiché si può intervenire con la psicoterapia cognitiva, essa si basa sull’assunto che le reazioni emotive disfunzionali sono il frutto di pensieri disfunzionali; quindi, è essenziale sostituire i pensieri disfunzionali ansiogeni con pensieri più funzionali.
La cura psicoterapeutica può evitare anche l’uso di farmaci per combattere gli attacchi di panico?
Nonostante la terapia psicologica sia affiancata a quella farmacologia per combattere gli attacchi di panico, è possibile ricorrere alla sola cura psicoterapeutica in alternativa all’uso dei farmaci. Risulta essere maggiormente efficace infatti l’approccio cognitivo – comportamentale che mira a individuare pensieri e idee disfunzionali del paziente per modificare il comportamento in modo da ritrovare il proprio benessere. Nel corso della terapia, si insegnano anche tecniche di rilassamento e controllo del respiro per gestire l’ansia.
Spesso come molte patologie legate alla psiche umane si fa fatica anche ad individuare un disturbo o si ha paura a parlarne. Che consiglio possiamo dare a chi ci legge, come possiamo aiutare chi ha una crisi di panico?
È importante innanzitutto sapere cosa sia un attacco di panico e saperne riconoscere i sintomi. Il riconoscimento dei sintomi aiuta ad evitare di confondere l’attacco di panico da altre problematiche e crearsi delle preoccupazioni inutilmente. Prima o durante l’insorgenza di un attacco di panico è utile distogliere l’attenzione da questo, in quanto più si pensa all’attacco di panico più si corre il rischio che si verifichi o che peggiori. È inoltre fondamentale prestare attenzione a quando e quante volte si verifica l’attacco di panico, in modo tale da poter comprendere le cause che lo scatenano per poi poterci lavorare.
In conclusione, ancora oggi molti disturbi della psiche sono vissuti come uno stigma sociale difficile da debellare. Qual è segreto per sfatare il tabù della salute mentale?
Tutto ciò che non è immediatamente e chiaramente comprensibile, interpretabile o risolvibile, spaventa, rischia di cadere nella categoria mentale del “tabù”: se non posso capirlo, se non posso risolverlo, se fa così paura che proprio no, non si può tollerarne l’esistenza, quello è un tabù. Ci sono situazioni in cui le proprie difficoltà se non riconosciute si cristallizzano dando un senso di rigidità e rendendo più profondo il disagio. L’aiuto di uno psicologo psicoterapeuta può essere determinante in questo processo: può offrire uno spazio per narrarsi in maniera autentica, facilitando l’emergere di nuovi nessi e la valorizzazione delle proprie capacità, sperimentandone un’applicazione più efficace e funzionale.