STEFANO LIMONTINI
IL RESPONSABILE DEL DAY SURGERY DELLA U.O.C. DI ORTOPEDIA DEL CARDARELLI DI NAPOLI SPIEGA LE DIFFERENZE TRA ARTRITE E ARTROSI, LE TERAPIE FARMACOLOGICHE E L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE
Circa il 70% della popolazione è affetta da artrosi, addirittura da un’indagine del 2013 circa il 15% della popolazione degli Stati Uniti è affetta da questa artropatia, mentre in Italia ci sono circa 8 milioni di pazienti artrosici e con gli anni questi dati tenderanno ad aumentare perché le aspettative di vita sono aumentate. Ma qual è la differenza con l’artrite e quali passi sono stati fatti per migliorare le terapie di questa patologia dal costo sociale elevatissimo? Ce lo ha spiegato il dottor Stefano Limontini, Responsabile del Day Surgery della UOC di Ortopedia 1 A.O.R.N “A.Cardarelli” di Napoli.
Dottore, spesso si fa tanta confusione tra artrite ed artrosi. Cosa le differenzia e sotto quali forme si presenta l’artrosi?
La malattia artrosica è un’artropatia degenerativa cronica. L’aggettivo cronica non è casuale, perché la distingue dall’artrite, un altro tipo di artropatia, ma acuta e a rapida evoluzione. L’artrosi invece non è una patologia, bensì una naturale degenerazione della cartilagine articolare, a differenza dell’artrite che invece è una vera e propria malattia. Altra differenza è che l’artrosi trae beneficio dal riposo articolare, al contrario dell’artrite che porta dolore soprattutto a riposo fino a quando il paziente avvia la deambulazione e il malessere scompare. L’artrosi esiste da quando esiste l’uomo: in alcune mummie egiziane e anche in alcuni scheletri degli abitanti di Pompei è stata riscontrata questa forma di artropatia. Non dobbiamo pensare all’artrosi solo come una patologia degli anziani, per i quali si parla di artrosi di tipo primaria causata da una vera e propria senescenza delle componenti articolari. Abbiamo infatti anche un tipo di artrosi secondaria, successiva ad uno o più fattori identificabili in tante problematiche: incongruenze articolari, fratture che interessano l’articolazione, microtraumatismi e così via. In ogni caso l’artrosi si presenta sempre sotto forma di dolore articolare.
Le terapie farmacologiche danno benefici che possono scongiurare la sala operatoria?
Non esiste un farmaco specifico per l’artrosi proprio perché non è una malattia. Nel tempo dunque sono messe a punto diverse terapie sintomatiche che insieme ai farmaci antidolorifici, che sono sempre l’arma iniziale dell’ortopedico, cercano di ampliare le cure di questa artropatia. Oltre ai classici farmaci possiamo contare anche sull’ausilio della fisioterapia e della chinesiterapia e quindi attraverso diverse sedute si vanno ad alleviare i sintomi del dolore. A questi risultati si affiancano poi dei protocolli per il controllo del peso corporeo, del risparmio articolare, per alcune attività lavorative e sportive è stata corretta la postura. Parlo quindi nello specifico di terapie mirate alla correzione dei fattori di rischio, delle norme di vita, attraverso anche l’utilizzo di tutori che alleviano il dolore. L’intervento chirurgico non è più l’ultima spiaggia: solo nel caso in cui nessuna di queste terapie abbia l’effetto desiderato allora rimane questa soluzione.
Quanti e quali passi sono stati fatti negli ultimi anni per ampliare il ventaglio di terapie dell’artrosi?
Oggi è possibile alleviare il dolore dei pazienti anche con infiltrazioni di acido ialuronico, di cellule staminali, concentrato piastrinico o di Lipogem: attraverso queste tecniche è possibile arrecare un elevato sollievo nel paziente artrosico e allo stesso tempo rallentare il processo di degenerazione delle cartilagini. Il processo rigenerativo però può avvenire solo nelle persone relativamente giovani. Negli anziani le terapie rigenerative non hanno grossi effetti: le infiltrazioni di Lipogem non producono nulla, mentre per quanto riguarda quelle con acido ialuronico l’effetto è semplicemente protettivo. L’ultima grande novità nel campo terapeutico è l’embolizzazione dell’arteria genicolata che permette di evitare gli amartri, i versamenti di sangue in eccesso nel ginocchio. Chiudendo questa arteria non si riproduce più quella sintomatologia di dolore che si presenta con l’artrosi. Il paziente artrosico oggi ha dunque numerose scelte terapeutiche davanti a sé rispetto al passato.
È possibile prevenire l’artrosi?
Certo, prima di tutto di tutto correggendo determinate attività quotidiane: controllare peso corporeo, adeguare le attività lavorative e sportive ed evitare quelle troppo pesanti. Sono piccole attenzioni a cui purtroppo le persone non fanno attenzione, ma che possono essere fondamentali nell’insorgere dell’artrosi. Ci sono poi diversi fattori di rischio per l’osteoartrosi: l’età, il genere,la razza, per esempio quella caucasica è più a rischio artrosi rispetto ad altre, fattori geografici e più in generale fattori genetici. Inoltre possono incidere anche pregresse malattie articolari infiammatorie. Non è infatti infrequente che molte persone che hanno l’artrite tendano poi col tempo a sviluppare una forte artrosi. Attenzione anche al fumo: la nicotina incide tantissimo a causa della sua vasocostrizione che inficia l’apporto di sangue alle articolazioni.